L'occhio del gufo by Andrea Butini

L'occhio del gufo by Andrea Butini

autore:Andrea Butini [Butini, Andrea]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-08-25T12:00:00+00:00


Li sento. Sono vicini.

23

«Va bene, Jas, v-vediamo di calmarci… t-tutti e d-due.» Luin strizzò le palpebre più volte e scosse la testa per scacciare il fastidio bruciante del sudore che gli colava tra le ciglia. «F-forse abbiamo esagerato, non pensi?»

Jas continuò a venire avanti piano. A parte il ghigno e gli occhi che da grigi si erano trasformati in biglie nere, il suo volto pallido era così disteso e tranquillo che sembrava avere tutt’altro che cattive intenzioni. Ma la lama del suo coltellaccio diceva il contrario, sempre più vicina.

Porca puttana, porca puttana, porca puttana. Luin divaricò le gambe per tenersi pronto. Gli tremavano le ginocchia, e… la risatina acuta di Louisette gli risuonò nella testa, seguita dalla sua voce squillante: Luin, ti tremano le gambe, per caso? L’ho sempre detto che sei un idiota fifone!

Luin incassò la testa nelle spalle, come se fosse tornato in taverna e Samm fosse stato lì, dietro di lui, pronto a prenderlo a pugni sulla nuca. O peggio. Ma… No. Samm non l’avrebbe più picchiato, così come Louisette non l’avrebbe più deriso.

E lui non si sarebbe fatto mettere sotto neanche da quel merdoso ragazzino, qualsiasi cosa fossero… quel ghigno e quegli occhi.

Serrò i denti e inspirò con forza l’aria pregna di polvere. «Sai, Jas… Non credevo che mi avresti colpito.» Strinse il candelabro così forte da sbiancarsi le nocche. «Non mi aspetto che tu capisca quello che ho fatto. Voglio dire… Come potresti? Tu non sai niente di quello che ho dovuto sopportare.»

Jas non disse nulla. Non mutò espressione, non dette neanche segno di aver ascoltato. Solo… avanzò. Un altro passo.

«Tu non sai…» Luin si morse l’interno della guancia. Agitò il candelabro davanti a sé, spazzando l’aria per intimare allo stronzetto di non avvicinarsi. «Tu non sai cosa significa! Essere ogni giorno lo zimbello di tutti!»

Jas gli scattò contro e affondò il pugnale in avanti.

Luin abbassò il candelabro per intercettarlo, ma il moccioso tornò indietro con la velocità di un serpente. Alzò il coltello davanti al volto, per osservarlo. Qualcosa stava colando lungo la lama: una lunga goccia che scendeva dalla punta macchiata di rosso.

S-sangue? Luin barcollò e un bruciore lieve gli si espanse nel fianco. Sulla blusa si era aperto un piccolo spacco, da cui s’intravedeva un corto taglio. «B-bastardo…» Si tastò la ferita: era umida di sangue caldo, ma superficiale. Quell’affare non doveva essere affondato più di un’unghia, per fortuna…

Jas fece di nuovo scattare il coltello verso di lui, all’altezza del ventre.

Merda! Luin dette un colpo di bacino all’indietro, ma la lama gli agganciò la blusa sull’addome e la squarciò con un suono di stoffa strappata. Stavolta, il morso freddo dell’acciaio gli solcò la carne in una ferita più lunga.

Luin barcollò all’indietro tenendosi una mano sul nuovo taglio. La schiena picchiò sulle rocce del muro e lui ci si accasciò contro. Si lanciò un’occhiata veloce all’addome: attraverso il lembo strappato della blusa s’intravedeva una striscia rossa che gli attraversava la pancia appena sopra l’ombelico. Se non avesse avuto la prontezza di tirarsi indietro,



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